Svensmark: approfondimento sulle sue teorie.
Jan 30, 2013 19:54:57 GMT 1
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Post by Marcus on Jan 30, 2013 19:54:57 GMT 1
Alla fine degli anni '90 uno studioso danese Enrik Svensmark in carico presso la Solar-Terristrial Physics Division del Danish Metorological Institute, pubblicò un interessante studio che mostrava una forte relazione tra l'attività magnetica solare e la capacità dei raggi cosmici (prevalentemente elettroni e protoni) di raggiungere la Terra.
In particolar modo il risultato dello studio conduceva a questa soluzione ( la riassumo velocemente ma ne troverete dettagli maggiori nella rete): minore è l'attività magnetica solare in pendenza dei minimi del ciclo di Schwalbe, maggiore sarà la quantità di raggi cosmici da cui la Terra sarà colpita. Durante i massimi del ciclo solare, invece, il vento solare propaga il campo magnetico solare verso quello terrestre inibendo ai raggi cosmici la via verso l'atmosfera terrestre.
I raggi cosmici hanno una particolare funzione: a contatto con l'atmosfera generano particelle instabili ( neutroni) che favoriscono (questo secondo la teoria di Svensmark) la formazione di nubi nella troposfera. L'aumento della nuvolosità secondo Svensmark determinerebbe quindi una minor radianza solare ed una diminuzione delle termiche terrestri.
In molti si sono affrettati a disintegrare questo studio che, va detto, ha realmente presentato alcuni elementi di caducità ( ma non tutti se è vero come è vero che al Cern di Ginevra stanno portando avanti uno studio di approfondimento sul tema). Tuttavia mi trovo qui a commentare dati che in nessun modo contrastano con la teoria di Svensmark. Sembra che lo studioso danese, tacciato di pressappochismo, sia stato molto più veritiero dei miliardari studi promossi da certi centri di studio o aggregati di pseudo-studiosi (senza fare nomi a caso: l'IPCC).
Di seguito riporto dei dati ( poi ognuno ha la libertà di farsi una propria idea o di continuare a vedere i video o i cartoni animati di Al Gore o Burton).
Svensmark nel 1997 scrive che dagli esperimenti da lui promossi ( il progetto si chiama SKY) emergerebbe chiaramente che i raggi cosmici favoriscono la formazione di nubi nella bassa troposfera, che queste ultime hanno un potere riflettente dei raggi solari e che pertanto: maggiore sarà la quantità di raggi cosmici in ingresso, maggiori saranno le nubi in bassa troposfera, minore sarà la radianza solare in ingresso, e di conseguenza ci sarà una tendenza al raffreddamento del pianeta.
Siamo in presenza di un prolungato minimo solare. Il vento solare è attualmente ai minimi livelli ( tanto è vero che la Nasa ha sentito pure la necessità di indire una conferenza sul tema science.nasa.gov/headlines/y2..._solarwind.htm ) e ciò rende molto meno invadente il campo magnetico solare nei confronti di quello terrestre.
Se Svensmark ha ragione quindi noi dovremo verificare anzitutto 3 cose:
1) fase di minimo solare del ciclo undecennale
2) vento solare debole e campo magnetico solare meno invadente
3) aumento dei raggi cosmici in ingresso in atmosfera
I primi due punti sono già verificati ma metto ugualmente il grafico:
CICLO SOLARE
Vediamo adesso cosa sta accadendo in atmosfera: aumentano o no i raggi cosmici in ingresso? La risposta è assolutamente sì. Affermativa.
A voi il grafico dei neutroni, ossia del prodotto dell'interazione tra raggi cosmici e atmosfera:
Nel grafico ho cerchiato gli ultimi tre massimi solari: come vedete l'ultimo massimo solare essendo stato debolissimo ha comunque favorito l'ingresso di molte più particelle cosmiche. Stndo a questa logica, il prossimo minimo solare se sarà confermato debolissimo vedrà l'ingresso di molte più particelle cosmiche rispetto anche all'ultimo minimo solare (lo vedete riquadrato) che pure aveva visto già un grande aumento rispetto ai precedenti minimi solari.
Se aumentano i neutroni aumenterà anche la nuvolosità. Come lo sappiamo che aumenta? Lo sappiamo perchè se diminuisce l'effetto albedo dovuto allo scioglimento dei ghiacci polari e ai ghiacci delle montagne, la radianza solare dovrebbe aumentare: meno effetto riflettente sulla Terra significa che dovrebbe aumentare la luce solare (radianza) ed invece sta accadendo esattamente il contrario!!! la Radianza solare (TSI) sta diminuendo.
Ecco il grafico da dove emerge chiaramente la stretta correlazione tra la Total Solar Irradiance e il minimo del ciclo solare.
TSI
qui possiamo apprezzare meglio la variazione della TSI durante gli ultimi tre minimi solare: il grafico si è piantato al 2011 ma comunque ci basta per osservare gli ultimi tre minimi
Se la Tsi non diminuisse per una maggiore copertura nuvolosa, quale dovrebbe essere la ciclica causa che ne determina un aumento o una diminizione? D'altronde è evidente la forte correlazione con l'andamento dei cicli solari.
Se la TSI diminuisce diminuirà anche il calore che raggiungerà la Terra. Vediamo infatti cosa sta accadendo in troposfera, ossia quella fascia di atmosfera che va dal suolo ai 15000 metri circa di altezza.
piano, piano ...ma le termiche negli ultimi 15 anni stanno calando! è chiaro che se le teorie di Svensmark fossero corrette, in pendenza di uno o due ulteriori cicli solari deboli, potremmo davvero ingranare la strada di raffreddamento globale. D'altronde le termiche satellitare (le uniche in grado di darci un quadro preciso sul termometro del nostro pianeta, visto che le stazioni meteo al suolo sono davvero un metodo di raccolta informazioni antiquato e troppo soggetto ad errori) evidenziano già ad oggi un arretramento termico se prendiamo in esame solo gli ultimi 18 anni.
Via via Antony watts aggiorna il grafico, dategli un occhio
wattsupwiththat.com/2015/09/04/the-pause-lengthens-yet-again/
la cosa singolare di tutto ciò...se vogliamo scherzarci sopra....è che il boom cinese e l'esplosione delle emissioni di CO2 hanno raffreddato il pianeta
grafico CO2
negli ultimi 18 anni siamo passati da 360 particelle per milione di Co2 a 400. E la temperatura globale scende...mah!
In particolar modo il risultato dello studio conduceva a questa soluzione ( la riassumo velocemente ma ne troverete dettagli maggiori nella rete): minore è l'attività magnetica solare in pendenza dei minimi del ciclo di Schwalbe, maggiore sarà la quantità di raggi cosmici da cui la Terra sarà colpita. Durante i massimi del ciclo solare, invece, il vento solare propaga il campo magnetico solare verso quello terrestre inibendo ai raggi cosmici la via verso l'atmosfera terrestre.
I raggi cosmici hanno una particolare funzione: a contatto con l'atmosfera generano particelle instabili ( neutroni) che favoriscono (questo secondo la teoria di Svensmark) la formazione di nubi nella troposfera. L'aumento della nuvolosità secondo Svensmark determinerebbe quindi una minor radianza solare ed una diminuzione delle termiche terrestri.
In molti si sono affrettati a disintegrare questo studio che, va detto, ha realmente presentato alcuni elementi di caducità ( ma non tutti se è vero come è vero che al Cern di Ginevra stanno portando avanti uno studio di approfondimento sul tema). Tuttavia mi trovo qui a commentare dati che in nessun modo contrastano con la teoria di Svensmark. Sembra che lo studioso danese, tacciato di pressappochismo, sia stato molto più veritiero dei miliardari studi promossi da certi centri di studio o aggregati di pseudo-studiosi (senza fare nomi a caso: l'IPCC).
Di seguito riporto dei dati ( poi ognuno ha la libertà di farsi una propria idea o di continuare a vedere i video o i cartoni animati di Al Gore o Burton).
Svensmark nel 1997 scrive che dagli esperimenti da lui promossi ( il progetto si chiama SKY) emergerebbe chiaramente che i raggi cosmici favoriscono la formazione di nubi nella bassa troposfera, che queste ultime hanno un potere riflettente dei raggi solari e che pertanto: maggiore sarà la quantità di raggi cosmici in ingresso, maggiori saranno le nubi in bassa troposfera, minore sarà la radianza solare in ingresso, e di conseguenza ci sarà una tendenza al raffreddamento del pianeta.
Siamo in presenza di un prolungato minimo solare. Il vento solare è attualmente ai minimi livelli ( tanto è vero che la Nasa ha sentito pure la necessità di indire una conferenza sul tema science.nasa.gov/headlines/y2..._solarwind.htm ) e ciò rende molto meno invadente il campo magnetico solare nei confronti di quello terrestre.
Se Svensmark ha ragione quindi noi dovremo verificare anzitutto 3 cose:
1) fase di minimo solare del ciclo undecennale
2) vento solare debole e campo magnetico solare meno invadente
3) aumento dei raggi cosmici in ingresso in atmosfera
I primi due punti sono già verificati ma metto ugualmente il grafico:
CICLO SOLARE
Vediamo adesso cosa sta accadendo in atmosfera: aumentano o no i raggi cosmici in ingresso? La risposta è assolutamente sì. Affermativa.
A voi il grafico dei neutroni, ossia del prodotto dell'interazione tra raggi cosmici e atmosfera:
Nel grafico ho cerchiato gli ultimi tre massimi solari: come vedete l'ultimo massimo solare essendo stato debolissimo ha comunque favorito l'ingresso di molte più particelle cosmiche. Stndo a questa logica, il prossimo minimo solare se sarà confermato debolissimo vedrà l'ingresso di molte più particelle cosmiche rispetto anche all'ultimo minimo solare (lo vedete riquadrato) che pure aveva visto già un grande aumento rispetto ai precedenti minimi solari.
Se aumentano i neutroni aumenterà anche la nuvolosità. Come lo sappiamo che aumenta? Lo sappiamo perchè se diminuisce l'effetto albedo dovuto allo scioglimento dei ghiacci polari e ai ghiacci delle montagne, la radianza solare dovrebbe aumentare: meno effetto riflettente sulla Terra significa che dovrebbe aumentare la luce solare (radianza) ed invece sta accadendo esattamente il contrario!!! la Radianza solare (TSI) sta diminuendo.
Ecco il grafico da dove emerge chiaramente la stretta correlazione tra la Total Solar Irradiance e il minimo del ciclo solare.
TSI
qui possiamo apprezzare meglio la variazione della TSI durante gli ultimi tre minimi solare: il grafico si è piantato al 2011 ma comunque ci basta per osservare gli ultimi tre minimi
Se la Tsi non diminuisse per una maggiore copertura nuvolosa, quale dovrebbe essere la ciclica causa che ne determina un aumento o una diminizione? D'altronde è evidente la forte correlazione con l'andamento dei cicli solari.
Se la TSI diminuisce diminuirà anche il calore che raggiungerà la Terra. Vediamo infatti cosa sta accadendo in troposfera, ossia quella fascia di atmosfera che va dal suolo ai 15000 metri circa di altezza.
piano, piano ...ma le termiche negli ultimi 15 anni stanno calando! è chiaro che se le teorie di Svensmark fossero corrette, in pendenza di uno o due ulteriori cicli solari deboli, potremmo davvero ingranare la strada di raffreddamento globale. D'altronde le termiche satellitare (le uniche in grado di darci un quadro preciso sul termometro del nostro pianeta, visto che le stazioni meteo al suolo sono davvero un metodo di raccolta informazioni antiquato e troppo soggetto ad errori) evidenziano già ad oggi un arretramento termico se prendiamo in esame solo gli ultimi 18 anni.
Via via Antony watts aggiorna il grafico, dategli un occhio
wattsupwiththat.com/2015/09/04/the-pause-lengthens-yet-again/
la cosa singolare di tutto ciò...se vogliamo scherzarci sopra....è che il boom cinese e l'esplosione delle emissioni di CO2 hanno raffreddato il pianeta
grafico CO2
negli ultimi 18 anni siamo passati da 360 particelle per milione di Co2 a 400. E la temperatura globale scende...mah!