|
Post by gus39 on Sept 20, 2015 10:27:09 GMT 1
Premetto di non avere chiaro né la situazione attuale, né quella storica di questa area. Ho provato più volte ad approfondire, ma di fronte alla complessità, alla tanta differenza di opinioni, all'intensità del dibattito e al suo carattere a volte estremista, nonché alla moltitudine di interessi geopolitici legati a questa annosa questione che "sporcano" fonti ed opinioni mi sono sempre arreso. Oggi ho letto questo articolo su libre che ha riacceso il mio interesse www.libreidee.org/2015/09/lislanda-boicottiamo-israele-per-lolocausto-palestinese/?utm_source=feedburner&utm_medium=twitter&utm_campaign=twitter+%28LIBRE+-+associazione+di+idee%29L' Islanda sta valutando se boicottare Israele e i suoi prodotti. Non intuisco quale possa essere il vantaggio islandese da questa scelta e mi viene da pensare che sia una scelta "pura". Voi ne sapete di più? Probabilmente si. Cosa ne pensate? Sperando di non annoiare, ma di dare spunti di riflessione in un periodo buio. Saluti G.
|
|
|
Post by Marcus on Sept 20, 2015 21:50:20 GMT 1
Gus, io devo ammettere tutta la mia ignoranza in materia ma certamente la ragione sulla vicenda non credo stia da nessuna delle due parti, parlo tra israele e palestinesi. Ovviamente la vicenda islandese non mi tange minimamente: sono 500 mila persone che non produce un cazzo. Sarebbe come se chiedessimo al burkina faso di esprimersi su chi sia più simpatico tra francesi e italiani
|
|
|
Post by gus39 on Sept 20, 2015 22:06:13 GMT 1
Si si, Di fondo hai ragione. Diciamo che questo articolo ha fatto da spunto. Credo sia uno dei conflitti più strumentalizzati dai media. E uno di quelli "giudicati" in modo più impari rispetto a tutto gli altri per motivi di alleanze e strategia, che hanno portato negli anni a rendere davvero difficile capire come stanno le cose e quale è la realtà attuale. In ogni caso di una guerra si tratta, quindi non ci sono buoni o cattivi, ma solo poveracci che pagano le scelte di pochi.
|
|
|
Post by Wester on Sept 20, 2015 23:03:06 GMT 1
Tempo fa lessi qualcosa a riguardo della questione israelo-palestinese. Gli ebrei furono cacciati più di duemila anni fa da Israele, da allora tentarono svariate volte di tornare in quella che definiscono la patria della loro religione e della loro stessa esistenza. Inizialmente erano un numero esiguo ma col tempo cominciarono ad aumentare. Nelle prime decadi del 1900 il territorio era sotto amministrazione britannica ma ben presto abbandonarono il paese dato che oltre il 30% degli occupanti era ormai formato da coloni ebrei disposti a tutto (compresi numerosi e sanguinosi attentati) pur di riaffermare uno stato ebraico. Verso la fine degli anni '40 venne istituito e riconosciuto lo stato indipendente di Israele e da allora ebrei e palestinesi si scannano a vicenda per la supremazia del territorio. Per come la vedo io è la solita questione legata alla conquista ed al possesso, un po' come se marcus si presentasse a Selvatelle da cristiano e dicesse "Una volta questa casa apparteneva ai miei antenati, fuori dalle palle tutti quanti", l'altro giustamente risponde "Cazzo vuoi, io me la sono comprata ed adesso è mia"...a quel punto cominciano a legnarsi di santa ragione proseguendo per anni e poi decenni. Che poi dietro ci siano interessi economici e tattici è fuori discussione ed anche la questione islandese può farne parte. Per quanto mi riguarda l'Islanda (ad un passo da una seconda grande crisi bancaria) può anche aver segretamente ricevuto sovvenzioni da stati filo palestinesi in cambio di una presa di distanza nei confronti di Israele.
|
|
|
Post by gus39 on Sept 20, 2015 23:18:57 GMT 1
Io sono ancora meno aggiornato in fatto di economia... L' Islanda rischia una seconda crisi?
|
|
|
Post by Wester on Sept 20, 2015 23:55:53 GMT 1
Nulla di paragonabile alla crisi del 2009 ma le condizioni economiche sono ancora dure, hanno tasse altissime che attraggono ben pochi investitori e la popolazione sta ancora pagando parte del debito lasciato dal crack bancario. In linea generale non è che sia ad un passo da una seconda crisi, diciamo che devono solo stare attenti a come si muovono. La nota positiva è che il rapporto pil/deficit sta crescento ma sono ancora lontani da una ripresa in grande stile.
|
|